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Poggio Silvestre
La cava di Poggio Silvestre è una fonte di marmo bianco di prima qualità classificata fin dal secolo scorso e attiva da tempi antichissimi.
Emanuele Repetti, accademico dei Georgofili, nel volume primo del suo "Dizionario geografico fisico storico della Toscana" del 1833 ne dà una precisa descrizione (pur citando erroneamente il nome della cava come Poggio Silvestro): "Veggonsi all'opposto fianco [del canale di Torano] le cave del Poggio Silvestro, cui appartiene il bardiglio (calcareo saccaroide ceruleo) della Grotta de' Corvi, i belli statuarj del Zampone, e quelli che ritengono il nome dello stesso poggio Silvestro"
Zona Mossa
La cava n. 67 "Zona Mossa" sul monte Betogli è citata da Emanuele Repetti nel saggio Sopra l'Alpe Apuana e i marmi di Carrara del 1820.
Repetti descrive così la pietra ivi estratta: "I marmi della cava della Mossa posta fra i pichi di Poggio Silvestro e di Betogli sono in loro confronto più scarsi di ramificazioni metalliche, di grana più fina, di pasta più candida, più splendida e translucida, il che conferma le osservazioni fatte da Patrin, cioè che i depositi inferiori nelle montagne calcaree primitive sono generalmente molto più belli e puri di quelli che più si avvicinano alla sommità".